Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato lunedì che il suo paese non costruirà nuove centrali elettriche a carbone all'estero, segnando un cambiamento significativo per il principale emettitore di gas serra al mondo. Xi non ha fornito ulteriori dettagli sul piano, ma potrebbe ridurre significativamente il finanziamento delle centrali a carbone nei paesi in via di sviluppo. Pechino è stata sotto pressione, anche da US l'inviato per il clima John Kerry e UN Segretario generale Antonio Guterres, per porre fine al suo finanziamento in progetti di carbone all'estero. In precedenza, anche Giappone e Corea del Sud avevano annunciato mosse simili.
Xi ha anche affermato che la Cina intensificherà gli sforzi per sostenere le nazioni in via di sviluppo nello sviluppo di energia verde e a basse emissioni di carbonio. In risposta, Kerry ha accolto con favore la mossa della Cina definendola una decisione importante e un "grande contributo" per avviare gli sforzi necessari per raggiungere gli obiettivi climatici globali. Anche Guterres ha accolto con favore l'impegno, affermando che accelerare l'eliminazione graduale del carbone è il passo più cruciale per raggiungere l'obiettivo previsto dall'accordo di Parigi.
Tuttavia, la Cina dovrebbe continuare a dipendere dal carbone per alimentare la sua economia. Un rapporto di Global Energy Monitor ha mostrato che la Cina ha commissionato 38,4 GW di nuova capacità elettrica a carbone nel 2020, rispetto al 37,8 GW dismesso in altre parti del mondo. Il rapporto afferma che la Cina ha rappresentato il 76% della capacità di produzione di energia elettrica a carbone globale aggiunta lo scorso anno. In confronto, l'India, al secondo posto, ha aggiunto solo 2 GW di capacità, solo il 5,2% dell'espansione della capacità della Cina. La Cina ha 88.1 GW di centrali a carbone in costruzione, quasi la metà del totale mondiale. Un altro 158.7 GW è in fase di progettazione, anche quasi la metà del totale globale.